Visitare almeno una volta il Museo Egizio

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museoUn giorno non troppo lontano un gentiluomo di nome Jean-François Champollion si alzò dal letto e disse: La strada per Menfi e Tebe passa da Torino.

E in effetti è proprio così.

Classica gita scolastica durante gli anni di scuola elementare, per il vero torinese una visita al Museo Egizio è d’obbligo, trattandosi – anche se lui spesso non lo sa – del secondo museo egizio al mondo per importanza, preceduto da quello del Cairo.

E perché mai la gelida città sabauda, senza deserto, Nilo e piramidi, vanta un così importante primato?

All’inizio del’Ottocento, subito dopo le campagne del simpatico Napoleone in Egitto, in tutto il mondo scoppiò la moda per il collezionismo di antichità egizie. Strano, direte voi! Ma ogni epoca ha la sua moda, che volete farci!

Un altro signore poi, Bernardino Dovetti console piemonte di Francia durante l’occupazione dell’Egitto, raccolse statue, sarcofaghi, mummie, papiri, amuleti e monili vari che nel 1824 furono acquistate dal Re Carlo Felice per la cifra simbolica di, pensate un po’, 4.000 lire.

Unendo a quegli 8.000 pezzi altri reperti di Casa Savoia e la collezione di Vitaliano Donati, egittologo di Padova, nacque il primo  Museo Egizio del mondo.

Meta imprescindibile per ogni turista di passaggio in città, il torinese non può fare a meno di conoscerne l’ubicazione, in modo da saper dare indicazione a chi si aggira dalle parti di Piazza Castello con una mappa in mano e l’aria spaesata.

 

Il Museo Egizio, in via Accademia delle Scienze 6, è nel cuore del centro città e custodisce al suo interno tante di quelle cose meravigliose che vi verrà voglia di imparare a decifrare i geroglifici!

E per la gioia del più piccoli, la risposta è sì: ci sono anche le mummie.

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