Dietro ogni grande uomo, c’è un grande donna.
E dietro ogni Gianduiotto, c’è un Michele Prochet.
Fu proprio il maestro cioccolataio, nella seconda metà dell’Ottocento, ad inventare il cioccolatino più famoso della città, con quella sua forma a barchetta rovesciata e quel sapore inconfondibile.
Era il 1852 quando il maestro pensò di amalgamare al cioccolato delle nocciole tostate tritate anziché a pezzetti, come si era sempre fatto fino a quel momento.
Nacque così la pasta Gianduia, la nonna del Gianduiotto. Che però, Michele, non brevettò.
Sarà Isidore Caffarel, amico di Michele Prochet, a brevettarlo per primo, producendolo nello stabilimento di Borgo San Donato qualche anno più tardi, nel 1865.
[…] travestita da caramella, è la sintesi del Torinese. Una nocciola intera, presa in prestito dai Gianduiotti, ricoperta da cioccolata fondente che ti macchia i denti in maniera indelebile. E poi, non […]
[…] il piemontese) ed è una di quelle cose che se passi da Torino devi fare ancor prima di mangiare un Gianduiotto o pestare i gioielli di famiglia del Toro di Piazza San […]
Le notizie che scrivi sono un pò invere….
Ok! 🙂
[…] travestita da caramella, è la sintesi del Torinese. Una nocciola intera, presa in prestito dai Gianduiotti, ricoperta da cioccolata fondente che ti macchia i denti in maniera indelebile. E poi, non […]
Smentisco. I Giandujotti sono nati nel 1865, a Torino, grazie a Isidore Caffarel e Michele Prochet, e hanno tanto di attestazione rilasciata dal Re. Ci sto facendo una tesi sopra.
Si chiama Gianduia 1865, non Gianduiotto! 🙂