Adorare il cioccolatino che si crede una pralina

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L’Epifania tutte le feste porta via (e questo va benissimo, la bilancia ringrazia) ma con la Befana, ahimè, finiranno nel dimenticatoio anche loro: i miei amati Cri Cri.

Dimenticati per buona parte dall’anno, tornano in auge verso la fine di novembre e fino a metà gennaio sono i protagonisti dei porta-cioccolatini torinesi, attentando alla (mia) linea e colorando le bancarelle dei mercati torinesi.
Poi, per tutto il resto dell’anno, vengono scordati ed al loro posto spopolano gli amici/nemici Gianduiotti.

E allora ecco cinque ovvi, sacrosanti, inopinabili, inattaccabili, dolcissimi motivi per adorare il cioccolatino che si crede una pralina.
E portarlo sempre con sé, tutto l’anno:

La pralina sotto mentite spoglie.
La pralina sotto mentite spoglie.

1) Il Cri Cri è un tipico cioccolatino pralinato piemontese, un prodotto tradizionale della Regione Piemonte, una di quelle cose che, volenti o nolenti, potete gustare solo qui. Un po’ come il Fish&Chips a Londra,  la baguette a Parigi, le palle di Mozart a Vienna. Ma molto più buono.
Prendi una nocciola, ricoprila di cioccolato fondente e rivesti il tutto di mompariglia* bianca. Il risultato, avvolto in carte coloratissime sfrangiate ai lati, è lui: il Cri Cri.
Turisti di tutto il mondo unitevi! Quando passate da queste parti andate al Museo Egizio, alla Mole Antonelliana e fate incetta di Gianduiotti. Ma esportate all’estero anche qualche tenero Cri Cri. È buono e non morde. Semmai si morde.

2) Il Cri Cri fa subito Natale, è vero. E se a Natale siamo tutti più buoni, il sillogismo ci fa concludere senza alcun dubbio che il Cri Cri ci rende persone migliori. E noi vogliamo essere persone buone tutto l’anno, giusto?

3) Il Cri Cri è rotondo e misura solo 3 centimetri. È perfetto quindi da tenere in borsa e tirar fuori al momento opportuno. Quando vi chiederanno un cicles, potrete offrire in alternativa un ottimo Cri Cri.
Verdi, gialli, rossi, dorati, azzurri, verdi e fucsia (i miei preferiti perché decisamente molto fashion da tenere in borsa), i Cri Cri stanno bene con tutto e si abbinano a qualsiasi look.

Cri Cri4) Il Cri Cri ha una  crisi d’identità in corso ed è nostro dovere aiutarlo. Un po’ come Balto (non è cane non è lupo, sa soltanto quello che non è), il Cri Cri non è un cioccolatino e non è una pralina.
È una cioccolina? È un pralino? Non lo so ma aiutiamolo.

5) Il Cri Cri è divertente da mangiare. Si apre tirando i due lati sfrangiati dell’incarto e si aspetta che, ruotando su se stesso, si apra.
A quel punto, se vuoi andare subito al sodo, metti in bocca e mordi. Sentirai il sapore della nocciola, del cioccolato fondente che ti si scioglie in bocca e quel rumorino della mompariglia* che fa cri cri tra i denti.
Oppure, se sei uno che si gode i piaceri della vita, prendi la pralina tra le dita e, tipo di castoro,  stacca con gli incisivi la mompariglia di zucchero pelando pian piano la pralina. Una volta denudata, metti in bocca la pallina di cioccolato, attendi che si sciolga ed infine, gustati il premio finale: la nocciola.

5 bis) Poiché non ci facciamo mancare nulla ed alla fine della fiera noi altri siamo un po’ romantici, la nascita del Cri Cri – che affonda le sue radici a cavallo del 1800 e 1900 – è legata ad una dolce (in tutti i sensi) storia d’amore che ho già raccontato.

 

KEEP CALM AND LOVE CRI CRI! <3

 

*La mompariglia non è un ballo country ma sono le palline di zucchero bianco o colorato che ricoprono il Cri Cri.

 

 

4 COMMENTS

  1. Ciao!
    I Cri Cri!!!!!!! 🙂
    Sono una siciliana di mamma torinese, che ha trascorso i primi dieci anni della sua vita in provincia di Torino. Penso spesso a questi cioccolatini meravigliosi e non riuscivo a ricordare come si chiamassero, anzi ero convinta che si chiamassero Bon Bon… Grazie per avermelo fatto ricordare. Sarai presto citata in un post 🙂

  2. Dove si possono trovare ora? 🙁 In tutta la provincia di Asti sembrano spariti e voglio tentare l’acquisto a Torino! Mi daresti qualche indicazione? 🙂

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